Il giorno 21 marzo l’Università La Sapienza ha organizzato un importante
Convegno
dedicato alla nuova legge sulla filiazione e all’unificazione dello stato dei
figli.
L’evento è stato organizzato dal Centro Interdipartimentale per la tutela della
persona
del minore con sede presso il Dipartimento di Diritto ed Economia delle
attività
produttive della Sapienza con il patrocinio della Fondazione italiana del
Notariato,
del Consiglio Notarile dei distretti riuniti di Roma, Velletri e
Civitavecchia,
dell’Accademia del Notariato, della Fondazione Nilde Iotti, del Centro Studi
giuridici
Santa Caterina.
Il Convegno ha visto un’ampia affluenza di pubblico. L’Aula Onida
nella sede della
Facoltà di Economia della Sapienza, era stracolma ed altrettanto colma era
una
seconda aula ad essa collegata in videoconferenza. L’importanza e la trasversalità
della
riforma della filiazione ha riunito in un coro comune tanti esponenti del mondo
professionale e
dell’Accademia, nonché importanti figure istituzionali.
Nel panel era prevista la partecipazione
dell’on. Rosy Bindi, che nel 2006 aveva
nominato la prima Commissione di studio per l’elaborazione
di una nuova disciplina
della filiazione, l’on. Alessandra Mussolini, Relatrice della legge, l’on.
Donatella
Ferranti, capogruppo PD nella Commissione Giustizia della Camera, ma le votazioni
in
corso in Parlamento hanno loro impedito di essere presenti al Convegno.
I lavori del Convegno sono
stati introdotti dalla Prof. Giuseppina Capaldo,
Direttrice del Dipartimento di Diritto ed Economia
delle attività produttive della
Sapienza e dalla Prof. Mirzia Bianca, la quale ha sottolineato
l’interesse con il quale
il Centro interdipartimentale per la tutela della persona del minore da
lei diretto ha
costantemente seguito lo svolgimento degli studi e delle vicende parlamentari
che
hanno finalmente portato alla riforma della filiazione, emanata con la legge n. 219
del
dicembre scorso.
La prima sessione è stata presieduta da Maurizio D’Errico, presidente del
Consiglio
notarile dei distretti riuniti di Roma, Velletri e Civitavecchia, il quale ha rilevato
che
la riforma ha risposto ad un’esigenza etica della nostra società, fondata sui valori
che
nella famiglia trovano la prima e tradizionale espressione. L’afflato etico
della
riforma è stato messo in evidenza anche dal prof. Cesare Massimo Bianca,
presidente
della Commissione ministeriale incaricata di studiare la revisione del diritto
della
filiazione, il quale ha indicato il punto qualificante della riforma nell’abolizione
della
distinzione tra figli legittimi e figli non legittimi: ora tutti i figli hanno lo stesso
stato
giuridico. E’ seguita la relazione della dott.ssa Monica Velletti, Capo
dell’ufficio
legislativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, membro della
predetta
Commissione di studio e già partecipe della prima Commissione di studio nominata
dal
Ministro Rosy Bindi.
La dott.ssa Velletti ha esposto la caduta della distinzione tra parentela
legittima e
parentela naturale e ha ampiamente esaminato la parte processuale della riforma,
che
ha attribuito al tribunale ordinario la competenza relativa a tutti i
procedimenti
concernenti l’affidamento dei figli nei casi di crisi della coppia
genitoriale.
L’importanza etica della riforma è stata rilevata anche dai relatori della
seconda
sessione, presieduta da Cesare Mirabelli, Presidente emerito della Corte
costituzionale,
il quale ha visto in questa riforma la conferma della stretta
connessione che deve sussistere tra i
valori dell’ordinamento e l’opera del legislatore.
In termini analoghi si è espresso Adolfo De
Rienzi, Presidente dell’Accademia del
Notariato, il quale ha attestato il fattivo coinvolgimento
del ceto notarile in una
tematica dove si intrecciano profili di alto tecnicismo giuridico con
profili di alta
eticità.
La prof. Alessandra Bellelli ha poi parlato dei doveri dei figli,
notando il significato
che nella nuova legge ha assunto la capacità personale ai fini di un dovere
di
contribuzione che non si esaurisce sul piano di apporti pecuniari. La connessione,
posta
dalla riforma, tra diritti e doveri assume, ha affermato la Bellelli, un particolare
valore
sistematico, considerando come nel nuovo unitario inquadramento l’amore dei
genitori verso i figli
trovi esatta corrispondenza e specularità nel rispetto dei figli
verso i genitori, sulla comune
base affettiva del vincolo di filiazione.
La prof. Marisa Malagoli Togliatti, Presidente onorario
della Fondazione Nilde Iotti,
ha quindi letto alcuni passaggi dei lavori parlamentari, che
precedettero la riforma del
1975, in cui l’on. Iotti aveva già affermato la necessità di dare piena
tutela giuridica
ai figli nati fuori del matrimonio in un contesto volto a riconoscere i valori
dei
sentimenti come fondamento della comunità familiare. Ha concluso i lavori il prof.
Giovanni
Giacobbe, il quale ha manifestato piena adesione alla riforma, suggerendo
tra l’altro al
legislatore delegato di prevedere un più semplice e sicuro accertamento
formale della filiazione
fuori del matrimonio.
Il Convegno, nel segnalare l’importanza etico-sociale della riforma, emanata
a
conclusione di un lungo e accidentato percorso, ci ha ricordato che le tematiche forti
della
società civile, che sono quelle che toccano la persona umana, la famiglia, i
sentimenti, sono
quelle in cui legislatore e operatori professionali si trovano
felicemente concordi e impegnati in
uno sforzo comune, superando ragioni di parte e
colore politico.